Carte di credito e carte prepagate sono strumenti che oggigiorno rendono più comodi e sicuri gli acquisti in Italia e in tutto il resto mondo.
Purtroppo un numero molto elevato esercizi commerciali (specialmente in Italia) non accetta ancora il metodo di pagamento elettronico con POS al di sotto di una determinata cifra di acquisto, costringendo così l’acquirente a portare sempre con sé contante per poter pagare una buona parte dei propri acquisti quotidiani.
E’ di poco tempo fa la questione che sorse sia sul web che sui quotidiani circa la possibilità di acquistare anche un semplice caffè con il pagamento elettronico.
Cosa è giusto fare dal punto di vista legislativo?
A chi vengono imputate le commissioni quando si effettuano pagamenti con carta?
Ora andremo ad analizzare l’uso della carta di credito nei pagamenti e cosa comporta per gli esercizi l’eventuale mancanza di possibilità di questo sistema di pagamento.
Come funziona il pagamento elettronico?
L’utilizzo della valuta elettronica, ormai sempre più in uso, comporta vantaggi sia per commercianti che per consumatori: rende più fluide e veloci le transazioni, rendendole più sicure e libere dall’ingombro del denaro fisico.
Acconsentire pagamenti con carte di debito o credito è però costoso per gli esercenti, questo a causa delle commissioni interbancarie.
Vi è infatti da tenere in considerazione che in aggiunta alla spesa derivante dall’installazione del POS e alla cifra del canone mensile, i commercianti che rendono possibili pagamenti elettronici sono soggetti anche a commissioni da pagare sui pagamenti con carte di credito.
Questi costi sono costituiti in parte da un costo fisso per la transazione (costo applicato da diverse banche di circa10 centesimi, e che dunque per tutti i pagamenti minori di 10 euro arriva ad essere l’1% sull’incasso), e in parte da un costo percentuale per ogni transazione (costo dipendente dalla tipologia di carta e dal vostro circuito privilegiato). La Legge di Stabilità aveva portato nel 2016 i commercianti a munirsi obbligatoriamente del POS e di accettare pagamenti minimi di 30 Euro.
Questo limite tuttavia si abbasserà ulteriormente, e raggiungerà circa i 5 Euro dopo la norma della nuova legge del 2018 verrà approvata. E’ chiaro che le nuove norme vogliano incoraggiare l’utilizzo della moneta elettronica.
Sanzioni previste per mancanza di POS
Le commissioni bancarie sui pagamenti con il POS sono quindi a carico dei venditori, per tale motivo buona parte di loro decidono di rifiutare transazioni di importo molto piccoli, ritenendo gli stessi sconvenienti e poco sensati. Vi sono però una serie di sanzioni previste e termini di adeguamento integrati ed introdotti:
- una sanzione di 500 euro se il commerciante non è provvisto di POS per esercitare l’attività.
- conseguentemente al pagamento della sanzione, verranno concessi 30 giorni affinché ci si possa dotare di POS, e di un termine di altri 60 giorni per la comunicazione alla Guardia di Finanza circa l’installazione effettuata del POS stesso.
- una sanzione di 1000 euro se lo stesso commerciante decide di rifiutare il pagamento della prima multa e/o decide di non munirsi di POS.
- la sospensione della determinata attività finché non verrà installato il POS in questione.
Dovranno dunque essere dotati di POS e dovranno autorizzare pagamenti con carta tutti i commercianti e i liberi professionisti (artigiani inclusi) la cui attività implica il contatto con il pubblico.