Cessione del quinto dello stipendio per dipendente privato

Come abbiamo già potuto vedere, la cessione del quinto è una tipologia di prestito prevista nel nostro Paese, il quale si può estinguere con delle trattenute sul salario (come vedremo, stipendio e pensione), fino ad un massimo proprio del quinto dello stipendio. Al netto delle ritenute. Ciò a prescindere dal fatto che si parli di un lavoratore dipendente o pensionato.

Abbiamo già scritto un articolo sulla cessione del quinto dello stipendio, per questo non andremo ad approfondire il discorso in generale. Nello specifico, in questo articolo, tratteremo la cessione del quinto dello stipendio per quanto concerne i dipendenti privati.

Modifiche della normativa

C’è da dire che è stata la modifica normativa di circa sedici anni fa (la legge 80 del 2005), con cui si estese questa possibilità anche ai dipendenti privati, oltre che ai pensionati. Questo tipo di finanziamento, che ricordiamo è particolarmente semplice e molto comodo, venne introdotto nel secondo dopoguerra, proprio per cercare di agevolare l’accesso al credito per i dipendenti statali, i quali erano ovviamente segnati dalla guerra mondiale. Con la modifica della normativa del 2005, questo finanziamento è stato reso accessibile anche ai dipendenti privati, i quali al giorno d’oggi possono godere di questa possibilità.

Requisiti

Tra i vari requisiti per ottenere la cessione del quinto, c’è proprio la necessità di avere un reddito sicuro derivante da lavoro dipendente. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti privati, per ottenere questa forma di prestito è necessario che abbiano sottoscritto un contratto a tempo indeterminato: in questo caso, si sottolinea come esita un vincolo legato all’anzianità lavorativa minima, la quale cambia a seconda della compagnia assicurativa che poi realizza la polizza.

Per i dipendenti privati, così come quelli pubblici e statali, è necessario che la durata della cessione non sia accedente al termine del rapporto di lavoro. Sempre per quanto riguarda i lavoratori dipendenti privati, la cessione del quinto viene concessa soprattutto se l’azienda presso cui quest’ultimo lavora soddisfi alcuni requisiti anch’essa.

In linea generale, però, potremmo dire che tra i requisiti fondamentali per la cessione del quinto a dipendenti privati troviamo: la cittadinanza italiana, assunzione in azienda da almeno sei anni, TFR di almeno 5000 euro ed infine che l’azienda presso cui si lavori abbia almeno cinque dipendenti. Come vedremo di seguito, questi criteri possono variare a seconda dell’ente finanziatore.

Questione SNC, SAS ed SRL

Tornando al discorso fatto in precedenza, vanno considerati alcuni elementi che potrebbero essere d’ostacolo all’accettazione della richiesta da parte di un dipendente privato. In particolare, va valutato il grado di affidabilità dell’azienda, nel caso in cui si parli di SNC, SAS e SRL: in questi casi, infatti, questo risulta essere comunque inferiore rispetto ad altri tipi di aziende (pubbliche in primis), perché essenzialmente ci sono rischi maggiori e minori garanzie visto e considerato che si parla di società private. La cessione del quinto, nel caso di dipendenti privati, specie di piccole aziende, è strettamente legata al TFR accumulato e quindi vincolante al giudizio di eventuali compagnie assicurative. Questi criteri, comunque, variano a seconda degli accorti con gli istituti di credito.

TFR tra i requisiti principali

Il TFR gioca un ruolo fondamentale ai fini dell’accettazione del prestito. Questo serve proprio da garanzia in caso di eventuale insolvenza della persona finanziata. Ecco perché entrano in gioco due fattori importanti: in primo luogo il richiedente, in secondo luogo l’azienda. In questo caso, infatti, sarà il datore di lavoro a provvedere alla trattenuta di quella che poi è la rata che viene successivamente versata alla finanziaria che difatti ha concesso il prestito. Essenzialmente, proprio la finanziaria dovrà osservare una serie di fattori per approvare il prestito. Tra questi: lo stato di salute dell’azienda (quindi dovrà verificare i bilanci e così via); la ragione sociale; il numero di dipendenti, come anticipato già e il settore.

Come abbiamo avuto modo di vedere, si tratta di regole generali che vanno riscontrate soltanto dopo un colloquio presso un istituto di credito, il quale dovrà far presente quelli che sono i requisiti richiesti ai fini della concessione del prestito stesso. Spesso e volentieri, banche e finanziarie hanno convenzioni dirette proprio con i datori di lavoro. Solo un colloquio, quindi, potrà essere esplicativo sul da farsi e sulle condizioni precise.

Carte di credito e cessione del quinto: cosa sapere

È possibile liquidare il finanziamento anche grazie all’utilizzo di una carta di credito, a patto che abbia un IBAN. Sono delle particolari carte di credito che esistono da alcuni anni e che vengono chiamate anche Carte Conto Corrente. Sono dei prodotti eccezionalmente comodi, specialmente tra i più giovani: consentono, tra le altre operazioni, l’accredito dello stipendio, la ricezione di bonifici anche esteri, e la domiciliazione delle bollette. Oltre a ciò, è possibile ricevere su una carta di credito di questo tipo anche il saldo di tutte le operazioni di finanziamento legate alla cessione del Quinto dello stipendio. In questa maniera sarà più facile ottenere la somma richiesta.

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