Buoni Benzina: cosa sono e come sceglierli

I buoni carburante (o comunemente chiamati anche buoni benzina) sono degli utilissimi benefit aziendali che tutte le imprese possono assegnare ai propri dipendenti per consentirgli di fare rifornimento di benzina, metano, gpl e diesel.

Le norme lasciano inoltre molta libertà circa l’impiego di questi buoni, rendendoli oltre che molto utili anche molto flessibili.

Eccezione fatta per casi in cui lo stesso regolamento di una determinata azienda preveda limiti specifici, il dipendente potrà usufruire dei buoni carburante per fare rifornimento di carburante alla sua auto di proprietà: può però allo stesso tempo scegliere di impiegarli per rifornire un altro mezzo di trasporto, come l’auto del proprio compagno o di un proprio parente.

Le più importanti compagnie petrolifere che sono in possesso di un’attività di distribuzione in Italia mettono a disposizione i loro buoni carburante, che naturalmente possono essere impiegati solo presso le specifiche stazioni di servizio della stessa società che li ha erogati.

In certi casi, anche se molto raramente, i buoni erogati possono essere addirittura correlati ad una specifica tipologia di carburante, e di conseguenza utilizzabili solo per lo stesso (es. buoni carburante solo diesel o benzina).

Più generalmente invece, grazie ai contratti con le varie con le società di distribuzione di carburante, i voucher welfare che garantiscono la possibilità di effettuare il rifornimento, sono offerti anche da varie società che hanno in gestioe e concedono diverse tipologie di buoni acquisto.

Per tutte le aziende che decidono di offrire questi tipi di vantaggi ai propri dipendenti è di notevole importanza tenere in considerazione la vastità di rete della produzione della stessa compagnia petrolifera che ha erogato il buono, in modo tale da avere la garanzia di poter offrire uno strumento utile e comodo.

Di buoni benzina ce ne sono di tipologie molto diverse tra loro: essi possono essere monouso o riciclabili, cartaceo o digitali.

Usarli è molto facile ed intuitivo: basterà semplicemente presentarli al distributore nell’istante del pagamento, e il benzinaio detrarrà l’importo che dovrete saldare dal valore del buono singolo, che, differentemente dall’utilizzo ad esempio di un buono pasto, non dovrà per forza essere utilizzato nella totalità del suo valore.

Il buono carburante non viene fatto rientrare tra quegli strumenti di welfare aziendale: non è dunque agevolato dalla defiscalizzazione e detassazione.

Gode tuttavia di un vantaggioso trattamento fiscale, come la maggior parte degli altri compensi non monetari. Per questa tipologia di benefit sia l’esenzione contributiva che quella fiscale è prevista fino ad un massimo di 516,46 euro l’anno, come è stato previsto dal raddoppiamento della soglia di esenzione dei fringe benefit (a differenza di quanto aveva previsto il TUIR, con la soglia 258,23 euro annui, fatta eccezione appunto di interventi come quelli che sono stati previsti dal Decreto Sostegni nel 2021).

È di grande importanza ricordare che quel determinato limite non è valido per il benefit singolo, bensì per la somma totale dei compensi non monetari che sono stati corrisposti dall’azienda nel determinato periodo fiscale.

Per quanto riguarda questo particolare punto di vista le aziende devono fare attenzione: se la cifra massima di 516,46 euro dovesse essere superato, scatterebbe la tassazione sull’intero totale valoriale dei fringe benefit e non semplicemente sulla cifra di cui si ha sforato: è bene quindi prestare molta attenzione, e assicurarsi la massima fiscalità nell’erogazione.

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