Imposta di Bollo: Quando Viene Addebitata e Perchè la Paghiamo?

Quando un cliente apre un conto corrente o un conto deposito è tenuto a sostenere alcune spese fisse, una di quelle che incidono maggiormente sui costi è l’imposta di bollo.

 

L’imposta di bollo è stata istituita dal Decreto Monti, noto anche come Salva Italia, con la Legge n. 201/2011: è interessante sapere che la regola non è uguale per tutti e che, anzi, non è sempre applicata, ma piuttosto è relativa ad alcuni fattori specifici quali, ad esempio, la giacenza media.

 

Qui di seguito analizzeremo i casi in cui è stato stabilita l’esenzione, ma chi volesse leggere la normativa nel dettaglio, può accedere alle circolari emanate dall’Agenzia delle Entrata n. 48 del 21 dicembre 2012 e n. 15 del 10 maggio 2013. In esse sono presenti dei chiarimenti in merito all’applicazione della disciplina, che si sono rivelati necessari quando alcune associazioni di categoria bancarie e intermediari finanziari hanno espresso dei dubbi in merito.

 

Cos’è e a quanto ammonta l’Imposta di bollo sul conto corrente

 

L’applicazione dell’imposta di bollo sui conti correnti ha cadenza annuale e deve essere corrisposta sia da persone giuridiche sia fisiche indistintamente, pertanto, sia aziende sia correntisti privati devono pagare questo importo, con l’unica differenza che il totale dovuto è diverso.

 

Il bollo è applicato quando è emesso il rendiconto o l’estratto conto bancario e interessa il periodo rendicontato dagli stessi, incluse le fattispecie di apertura e chiusa conto. Nel caso in cui siano stati emessi più rendiconti nello stesso anno, il bollo è applicato alla data del 31 dicembre.

 

Per quanto concerne i privati, il bollo ammonta a 34,20 €, mentre per le aziende è pari a 100,00 € ed è applicato su ciascun conto corrente: ciò significa che se un correntista possiede più conti, dovrà pagare un’imposta per ognuno di essi.

 

Quali sono le esenzioni all’imposta di bollo

 

Il Decreto Monti, tuttavia, ha fissato dei limiti di applicazione dell’imposta di bollo, pertanto, nel caso in cui il cliente sia una persona fisica e abbia un conto corrente con valore medio di giacenza inferiore ai 5.000 €, è esentato dal pagamento dell’imposta stessa.

 

Per la precisione, il calcolo è fatto individuando quale sia il valore medio del conto, al quale sono sommati i saldi giornalieri che sono poi divisi per il numero dei giorni di detenzione del rapporto o di rendicontazione.

 

I casi in cui l’imposta di bollo non è applicata sono:

 

– se il valore media di giacenza del conto non è superiore ai 5.000 €;

 

– nel momento in cui il correntista dichiari un ISEE inferiore ai 7.500 € o faccia parte della categoria composta dai titolari che sono esclusi dal pagamento delle spese bancarie;

 

– quando il titolare del conto corrente ha un c/c in un IMEL o istituto di pagamento, oppure in un ente bancario che emette moneta elettronica.

 

Esenzione dell’imposta di bollo su conti correnti online

 

Sono previsti alcuni casi in cui i conti correnti sono esenti dal pagamento del bollo, che invece rimane a carico della banca. È ovviamente consigliabile che chi desidera aprire un conto corrente faccia una cernita per individuare quali banche propongano siffatti vantaggi.

 

Online è possibile trovare delle panoramiche di costi del conto con schede prodotti e sintesi già predisposti.

 

Alcune offerte online mettono a disposizione del cliente con saldi attivi di 5.000 €, dei conti con accrediti di pensione o stipendio con tassi a regime dell’ 0,00%. Si tratta di soluzioni interamente digitali che possono essere aperte con SPID, a zero spesse fisse e variabili e niente canone per i primi 12 mesi e il costo è di soli 20,00 € totali per il rilascio della carta di credito.

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